Forte presa di posizione del Sindaco di Barcellona, Pinuccio Calabrò, e del presidente della Fondazione Caponnetto, Giuseppe Antoci, in favore di una sanità “equa” e più vicina ai bisogni effettivi dei soggetti più fragili.

 

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Il premio Anfild 2023 ha regalato ai partecipanti momenti di autentica emozione e richiami ad un più attento impegno delle Istituzioni.

Ai premi concessi quest’anno al prof. Gaetano Tortorella, neuropsichiatra infantile e docente universitario, ed all’attrice e regista Giovanna Manetto che ha fatto esibire alcuni attori diversamente abili della compagnia VolereVolare, si è aggiunta la presenza del Presidente onorario della Fondazione Caponnetto, Giuseppe Antoci, che, nel ricevere un riconoscimento per la sua attività  in favore della cultura delle legalità, non ha mancato di prendere posizione relativamente all’annosa situazione del sodalizio.

 

Per una indisposizione, il prof. Tortorella non ha potuto intervenire “in presenza” ed ha ricevuto il premio consegnato dalla d.ssa Claudia Lo Cascio che, durante la manifestazione, ha letto la motivazione con la passione e la riconoscenza della “ex discente”.

 

 

 

 

 

Dopo l’applauditissima ed emozionante esibizione “saggio” degli artisti della “sua” compagnia, è stata premiata Giovanna Manetto dal presidente provinciale M.C.L  on. ing. Fortunato Romano.

 

Come noto, l’Anfild è una associazione di famiglie ed operatori del mondo della disabilità che lotta da sette anni per l’accreditamento e la convenzione di una importante struttura nel distretto di Barcellona, privo, come ribadito anche dal sindaco di Barcellona avv. Giuseppe Calabrò, del giusto sostegno da parte della regione siciliana in tema di sanità e, riguardo allo specifico, di assistenza riabilitativa.

 

In tema di riabilitazione il dato parla chiaro. Alla discriminazione nord-sud si aggiunge quella tra provincie con Catania che vanta circa “otto volte” le prestazioni convenzionate a Messina. Poi si aggiunge una discriminazione ulteriore tra distretti con Barcellona che, sulla carta, conta oggi di solo 4 moduli ambulatoriali tra pubblico e privato, 19 prestazioni domiciliari, zero posti in regime semiresidenziale e residenziale a fronte di liste d’attesa pluriennali

 

Una situazione paradossale sentendo, spesso, parlare di mancanza di infrastrutture adeguate e lamentando la necessità di nuovi investimenti quando realtà nuove ed attrezzate come l’Anfild da sette anni chiedono di entrare nel sistema sanitario ma rimangono fuori per scelte che non sempre trovano un responsabile mentre altre, che operano da venti anni col vantaggio di convenzioni ad altri negate, giovano di ampliamenti sganciati dall’effettivo bisogno territoriale per come invece imporrebbe la legge.

Una discriminazione che Anfild ha portato davanti al Tar che, per ben due volte, ha dato ragione all’associazione senza però che il problema si sblocchi per “nuovi ostacoli” a volte di “difficile interpretazione”.

Una situazione che, per le gravi ripercussioni che ha generato e genera sul territorio, ha determinato una ferma presa di posizione del Sindaco di Barcellona e del presidente Antoci il quale, in tema di “discriminazione” e di “dignità” dei più fragili, ha sottolineato come, questi temi non hanno solo <<una caratura politica o amministrativa>> ma sono <<un tema morale e i temi morali vanno affrontati con concretezza>>. Un intervento forte, da parte di Antoci che, nel ribadire la propria vicinanza presente e futura al sodalizio ha dichiarato che  <<il tema della dignità e il tema della lotta alla mafia non è quello della mafia “che spara” o “che fa affari” ma è quello della “cultura mafiosa”, e pensare che certi territori sono diversi da altri e che alcuni devono essere discriminati rispetto altri “quella” è “cultura mafiosa”>>